Ecocompatibilità 1 - Il recupero dei rifiuti

Per riciclaggio dei materiali edili si intende tutto l'insieme di strategie volte a recuperare materiali provenienti da attività di costruzione e demolizione (C&D) e reimpiegarli nel settore delle costruzioni evitando di smaltirli in altro modo con significativi vantaggi economici per una molteplicità di parti:
  • per chi li produce (privati e ditte) è una modalità di smaltimento con costi limitati;
  • per il proprietario dell’impianto il materiale riciclato ha un valore commerciale;
  • per l’acquirente il materiale ha caratteristiche e prestazioni paragonabili ai materiali tradizionali dai quali è stato generato ed ha prezzo molto inferiore;
Mentre per la collettività il riciclo di materiali da costruzione consente:
  • una maggiore tutela delle risorse non rinnovabili dell’ambiente;
  • di evitare il ricorso allo smaltimento in discarica;
  • di concentrare i flussi dei rifiuti prodotti su un numero minore di operatori con controlli mirati e più efficaci;
  • l’attuazione delle normative e direttive europee.
I rifiuti provenienti da demolizione devono essere trattati in appositi impianti nel rispetto della normativa vigente in materia. Un impianto di recupero è costituito da un frantoio capace di ridurre il materiale originario a frammenti della pezzatura desiderata e una serie di vagli che ne consentono la suddivisione nei vari prodotti, caratterizzati per classi granulometriche, con la possibilità di separare i materiali estranei (ferro, plastica, ecc.).
Il trattamento di riciclaggio avviene attraverso impianti fissi o impianti mobili. La qualità del prodotto riciclato è funzione della scelta dell’impianto (fisso o mobile) e del tipo di demolizione attuata (selettiva o non selettiva).
Il processo di produzione dell'aggregato riciclato a partire dai rifiuti da C&D non è molto diverso da quello con cui si ottengono gli inerti naturali di frantumazione dal trattamento di blocchi lapidei provenienti da attività estrattiva e non comporta sostanziali costi aggiuntivi anzi un risparmio energetico.
E' possibile fare un confronto, in termini di energia spesa, tra le operazioni unitarie che costituiscono il processo di recupero e di riciclo dei rifiuti derivanti da demolizioni e quelle necessarie alla produzione di inerti naturali di frantumazione dove la materia prima viene ricavata da attività estrattiva, facendo riferimento ai valori stimati, riportati in Tabella 1, relativi ai consumi energetici richiesti per le diverse fasi di lavorazione.

tabella1
*energia in KWh, riferita ad 1 t di inerte - #energia in KWh, riferita ad i m3 di inerte
Tabella 1 - Consumi energetici stimati per le varie fasi di lavorazione (da: Nicosia, S., Lucchese, A., Rizzo, G. and Ercoli, L. Riciclo di Rifiuti da Demolizione: un Contributo all'Ecobilancio, Proc. of the IV European Waste Forum, Innovation in Waste Management, C.I.P.A. Ed., Milan, Italy, Vol. 1, pp. 399-414, 2000.).

I dati consentono di valutare come il consumo energetico legato alla produzione di inerte naturale, è oltre il triplo rispetto a quello necessario agli impianti di riciclaggio di materiali da demolizione di tipo fisso.
Un'analoga valutazione è stata condotta da Copple (Copple, F. Costs and energy considerations, Proceedings of the National Seminar on PCC Pavement recycling and rehabilitation, St. Louis, Missouri, USA, pp. 134-139, 1981) che ha confrontato i consumi energetici relativi alle produzione di una stessa quantità di calcestruzzo con aggregato riciclato o con inerte naturale. I risultati ottenuti da Copple hanno dimostrato come sia più conveniente, da un punto di vista del risparmio di energia, produrre calcestruzzi con aggregato riciclato, anche se la cava per l'estrazione di inerte naturale si trova nella immediate vicinanze del cantiere e quindi è minima l'energia spesa per il suo trasporto.